Mi associo personalmente alla delusione del personaggio ormai di fama mondiale al quale come molti avevo creduto, le descrizioni seppur di sembianze veritiere non meritano fiducia alla luce dei nuovi evidenti accadimenti
Yoani
Sanchez smascherata... dall'Huffington Post!
Ne abbiamo scritto alcune volte, nei mesi scorsi. Non ci sarebbe
stato motivo di insistere se questa volta lo sputtanamento della
"dissidente" cubana più famosa in Italia grazie a Repubblicanon
fosse avvenuto - si spera definitivamente - da parte dell'Huffington Post.
Ossia da un succedaneo di Repubblica.
*****
"Yoani Sánchez pensa solo ai soldi, a Cuba è libera di fare
ciò che vuole". Lo sfogo del traduttore italiano della blogger
Yoani Sánchez ha disdetto il contratto con La Stampa e ha fatto di me un
uomo libero, ché fino a ieri non potevo dire quel che pensavo, visto che la
traducevo. Adesso che non ho più alcun legame e che gli interessi della blogger
più ricca e premiata del mondo vengono gestiti dalla sua agente, Erica Berla,
posso togliermi i sassolini dalle scarpe. Mi stavano facendo un male…
Comincia così la lettera aperta
in cui Gordiano Lupi, scrittore ed editore toscano, si scaglia
contro Yoani Sanchez,
la famosa blogger cubana anticastrista, che in Italia aveva un blog su La Stampa e Internazionale.
Lupi è stato biografo e traduttore italiano della Sanchez; insieme a lei ha
scritto due libri. Ora che il contratto con La Stampa non c'è più, offre
ai suoi lettori una descrizione della blogger molto diversa da quella di
paladina della libertà. "Fa tutto per i soldi", a Cuba ha estrema
libertà di movimento e fa tutto ciò che vuole.
"In realtà lo scopo di Yoani Sánchez è sempre stato quello
di diventare ricca e famosa", scrive Lupi. "Adesso l’ha raggiunto.
Adesso stia lontano da me, che ho perduto persino il diritto di rientrare a Cuba,
mentre la principessa delle blogger entra ed esce come se fosse un moscone che
un po’ ronza all’Avana, un po’ a Miami".
L'autore italiano, sposato con una donna cubana, spiega di
essere rimasto estremamente deluso da Yoani.
Fin qui abbiamo viaggiato insieme, cara Yoani.
Adesso basta. Il mio viaggio prosegue da solo, lontano dalle tue mire. Tocca
anche Cuba, certo, che fa parte della mia vita, anche se molti cubani mi hanno
deluso. Proverò a non pensarci, per rispetto a mia moglie, che è una cubana del
popolo e non ha niente a che vedere con la tua alterigia borghese. E poi, l’ha
detto anche Fidel Castro che sarà la storia a decidere. Vediamo chi assolverà.
E ancora:
Ho avuto il torto di credere nella lotta di
Yoani Sánchez ritenendola una lotta di David contro Golia, una lotta che
partiva dal basso per colpire il potere, una lotta idealista per la libertà di
Cuba. Mi sono dovuto rendere conto – a suon di cocenti delusioni – che
l’opposizione di Yoani era lettera morta, per non dire di comodo, come per far credere
al mondo che a Cuba esiste libertà di parola. Ho cominciato a dubitare che
Yoani fosse non tanto un’agente della Cia – come dicevano i suoi detrattori –
quanto della famiglia Castro, stipendiata per gettare fumo negli occhi. Ma
anche se non fosse niente di tutto questo, basterebbe il fatto che mi sono reso
conto di avere a che fare con una persona che mette al primo posto interessi
per niente idealistici. Una blogger che conduce la sua vita tranquilla, che a
Cuba nessuno conosce e che nessuno infastidisce, che non viene minacciata,
imprigionata, zittita, che non ha problemi a entrare e uscire dal suo paese.
Per la sua bella faccia mi sono preso offese e minacce di castristi e comunisti
italiani, per aver condiviso una lotta inesistente, un sogno di libertà sperato
da molti, ma non certo da lei, che pensava solo al denaro proveniente da premi
e contratti. A questo punto non lo so se Yoani Sánchez è un’agente della Cia o
della Rivoluzione Cubana. Non lo so e non m’interessa neppure di saperlo. So
solo che non è la persona che credevo. Tanto mi basta.
Lupi racconta anche un episodio familiare che lo ha
particolarmente deluso:
Un episodio su tutti avrebbe dovuto farmi
aprire gli occhi sulla realtà, oltre un anno fa, quando mandai mia suocera a
casa di Yoani per chiederle chiarimenti sul viaggio italiano. Ebbene, la fecero
attendere sulle scale. Non la fecero passare neppure in sala. Un comportamento
molto strano per un cubano del popolo. Avrei dovuto credere a mia suocera
quando mi diceva: “Quella gente non lotta per la libertà di Cuba. A loro
interessa solo riempirsi le tasche”. Non l’ho fatto e ho sbagliato. Ho creduto
in una lotta ideale che non esisteva.
Poi attacca il nuovo progetto editoriale che vede coinvolta la
blogger cubana:
Adesso Yoani Sánchez aprirà un periodico
farlocco, come li chiamiamo qui in Italia, qualcuno dei servizi glielo traduca
in cubano, io non lo so fare. Un periodico farlocco come L’Avanti di Lavitola,
con tutto il rispetto per Lavitola. Aprirà un giornale, insieme ai suoi amichetti,
che a Cuba non leggerà nessuno, perché consultabile on line. Ma a Yoani cosa
importa? A lei basta che qualcuno lo finanzi, che si legga a Miami, tanto tanto
in Spagna, che la comunità cubana continui a illudersi per una paladina
inesistente.