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In lettera aperta, 13 prelati cubani chiedono società
pluralista
‘Cuba è chiamata ad essere una società pluralista,
essendo la somma di molte realtà cubane’
Riforme economiche sì, ma e' necessario anche un cambiamento
"nell'ordine politico": e' il chiaro messaggio che la Chiesa cattolica cubana ha
inviato al governo del presidente Raul Castro, attraverso una lettera aperta -
con un titolo evocativo preso dall'epistola ai Romani: "la speranza non
delude" - pubblicata oggi nel sito web della conferenza episcopale
dell'isola (Cec). Nel testo, i tredici vescovi cubani sostengono che e' ormai
"imprescindibile" che sia messa in atto "una attualizzazione, un
aggiornamento della legislazione nazionale nell'ordine politico", cosi'
come "sta gia' avvenendo nell'aspetto economico".
"Cuba e' chiamata ad essere una societa' pluralista,
essendo la somma di molte realta' cubane, il che vuol dire in altre parole che
Cuba e' la nazione di tutti i cubani, con le loro differenze e le loro
aspirazione, anche se non sempre e' stato cosi'", si legge nella lettera.
I vescovi riconoscono che negli ultimi anni "si e' aperta una tappa della
nostra storia che comincia a mostrare le possibilita' che si aprono quando si
applicano nel paese un insieme di misure che incidono sull'economico, il
sociale e fino a un certo punto il politico" e sono "il riflesso
chiaro, anche se per ora incompleto, di richieste da tempo presenti nella popolazione".
Fra queste riforme i vescovi ricordano la liberalizzazione del settore
agricolo, "la liberazione di coloro che erano stati imprigionati per le
loro idee politiche" e "l'eliminazione di misure restrittive che
attentavano contro la dignita' dei cittadini", come la proibizione di
usare strutture alberghiere, costituire una piccola azienda, comprare e vendere
proprieta' o viaggiare all'estero. Ora pero', incalzano, e' giunto il momento
della riforma politica a Cuba, dove "lo Stato partecipativo deve sostituire
definitivamente quello paternalista" e "non si deve temere lo
sviluppo di una autonomia sociale forte e responsabile, rafforzata dalla base e
in accordo con le norme di una convivenza civile, in grado di sviluppare un
lavoro fraterno". I vescovi ammettono che esistono ancora forti resistenze
a ogni cambio politico nell'isola, il che e' dovuto anche "a una
mentalita', un modo di pensare che si basa su fattori ideologici che erano
presenti nell'origine e lo sviluppo" del regime castrista "e si sono
mantenuti nel tempo senza tenere conto che la nostra realta' e' cambiata".
Fra i settori nei quali la
Chiesa afferma sia necessario un cambiamento c'e' anche il
rapporto con gli Stati Uniti, andando verso "una politica di inclusione,
in base al rispetto delle differenze, che permetta di attenuare le tensioni e
le sofferenze che vivono numerose persone e famiglie".
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