LA
NUOVA CLASSE CUBANA.
28 maggio 2013
traduzione/adattamento e riduzione a cura di Yordan Fuentes
De Arnaiz della redazione di Nuovacuba
Pedro Corzo. Giornalista di Radio Marti
Cuba in assenza del potere assoluto di Fidel Castro è
governata come una società finanziaria. C’è stato un passaggio da una dittatura
carismatica a una burocratica e quelli che la dirigono, oltre ad avere potere,
sono anche molto interessati alle fortune che dal comando possono derivare.
Quest’ultimo aspetto è importante per cercare di capire che
gli eventuali cambiamenti nell’isola, saranno limitati dai danni che si possano
causare ai privilegi della classe dominante.
La gerontocrazia cubana, in particolare, quella che ha
disceso la Sierra
Maestra , assieme ai burocrati, vecchi e nuovi, si sono
lasciati alle spalle i tempi in cui simulavano di vivere in austerità, mentre
il popolo è stato sepolto nella miseria.
I leader castristi considerano i pericoli che hanno corso e
gli sforzi fatti per controllare il paese per oltre cinque decenni, mentre si
coinvolgevano nelle ambizioni imperiali del Comandante in capo, debbano essere
ricompensati. Così hanno deciso, di godersi i vantaggi materiali che derivano
dal potere.
La nuova classe cubana, così come l’ha descritta lo
jugoslavo Milovan Djila in riferimento a quello che è successo nel suo paese,
in ultima analisi, è servita a sostituire le classi dominanti, ma non possiede
la capacità di creare ricchezza.
La nomenclatura che ha imposto o che si è incorporata al
totalitarismo, gode attualmente una vita comoda, case, automobili e in modo
particolare la possibilità di viaggiare all’estero. Inoltre è interessata a che propri figli e nipoti possano
proseguire gli studi superiori, o almeno godere di ciò che hanno costruito
imprigionando, uccidendo, e violando i più elementari diritti dei cittadini che
non hanno aderito al pensiero e all’autorità del nuovo ordine che è stato
imposto nell’isola nel gennaio del 1959.
Molti dei figli e nipoti di questi generali e medici che
vivono all’estero sfruttano i beni acquisiti dai loro parenti attraverso
l’obbedienza alla dittatura. Altri studiano in università di paesi capitalisti
o semplicemente viaggiano senza alcun tipo di restrizioni.
Ci sono quelli che lavorano in società estere con sede in
tutta l’isola. Quelli che possiedo buoni stipendi, migliori relazioni e un
futuro personale indipendente dalla politica.
Ci sono quelli che hanno creato un proprio business
imprenditoriale, il che pone la questione di dove hanno preso le risorse in
modo da avere indipendenza economica, non c’è dubbio che può essere stata
costruita sul talento e la fatica, o magari perché una mano ha inviato loro i
dollari necessari per far partire il progetto che promuovono.
Naturalmente ci sono figli e nipoti di dirigenti cubani che
hanno affrontato le difficoltà come i figli di un comune cittadino, perché non
possono contare della generosità dei loro genitori o parenti, poiché hanno
avuto il coraggio di condannare un regime di oppressione.
È ragionevole supporre che, mentre Raul Castro esteriorizza
la più alta autorità, non potrà mai governare nello stile del fratello, e dovrà
conciliare propri interessi e opinioni con il resto del suo direttivo, il quale
per logica politica non favorirà un cambiamento radicale che potrà condizionare
negativamente i privilegi di cui gode.
Nonostante l’importanza e l’influenza di ogni membro della
trama principale, non si può ignorare che Raul ha di gran lunga la chiave del
governo.
In assenza di suo fratello è l’unico in grado di tenere la
casa in ordine e quindi presumibilmente i suoi associati, più di ogni altro
settore della società, lavoreranno per un processo di sistemazione lento e
senza traumi che permetta l’emergere di nuovi leader coinvolti abbastanza con
il passato. Non per avviare un processo di cambiamento che di cui si può conoscere
l’inizio ma non la fine.
Nella memoria collettiva della nomenclatura castrista è
presente il processo che ha portato all’estinzione dell’Unione Sovietica. In
tal modo essa non è disposta a consentire l’affiorare di contraddizioni interne
e conflitti tra poteri che mettano a rischio le loro sicurezze.
Tutti sono consapevoli del fatto che il modello ideologico e
politico sul quale dicevano di governare è fallito, ma ugualmente hanno la
piena consapevolezza che per far sopravvivere il regime è ancora necessario che
un individuo, un solo individuo, come nell’epoca di Fidel, detenga il vero
potere.