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martedì 11 novembre 2014

Cuba: mano aperta, pugno chiuso

Di Raul Rivero da Tellusfolio



10 Novembre 2014
  
Con la generosità prodigata da Dilma Rousseff al governo cubano ora vigilata da una potente opposizione, e nel mezzo della débâcle venezuelana dinnanzi alla caduta dei prezzi del petrolio e l’inclinazione al fallimento di Nicolás Maduro, il regime di Cuba intensifica la ricerca di denaro in altri luoghi per rimanere al potere.
Le figure principali della dittatura, previdenti e prudenti, si trovano da molti mesi, come lì si dice in linguaggio colloquiale, con l’acqua alla gola. E questi messaggi d’aiuto hanno avuto risonanza nell’Unione Europea, in alcuni settori della società nordamericana e in un gruppo di cubani ricchi, pragmatici e dalla pessima memoria.
Le risposte più importanti, sul piano politico quanto economico, sono quelle arrivate dal vecchio continente. L’Europa ha avuto quest’anno due cicli di discussioni con il castrismo per raggiungere un accordo di collaborazione che sostituisse la cosiddetta Posizione Comune assunta dall’Unione Europea su proposta del governo di José María Aznar nel 1996. Rimane un altro incontro che si terrà a dicembre all’Avana.
La realtà è che non c’è bisogno di aspettare che gli europei e gli uomini del socialismo reale firmino un documento di cordialità, amicizia e vicinanza.
Ad aprile, il ministro francese Laurent Fabius è volato a Cuba per animare la primavera dissimulata del Caribe. Anche i suoi colleghi norvegesi e olandesi sono andati a prendere il sole, e a ottobre, Hugo Swire, viceministro degli esteri inglese, ha risposto con entusiasmo all’SOS dei cubani con una visita durante la quale ha affermato, di fronte a un gruppo di isolani presi dai postumi di una sbornia: “Sono qui per dimostrare l’appoggio del Regno Unito rispetto ai cambiamenti economici attuati da Cuba”.
Proprio a ottobre, nove dissidenti sono stati condannati a pene tra i due e i sette anni di carcere e altri 12 sono rimasti in attesa di giudizio disposto dalla polizia. In questo stesso mese ci sono state 413 detenzioni arbitrarie per motivi politici, 13 oppositori sono stati vittime di aggressioni fisiche e gruppi paramilitari hanno preso d’assalto le residenze di otto attivisti dei diritti umani.
Nessuno dei viaggiatori ha guardato la strada dai finestrini delle limousine che li trasportavano dagli hotel di lusso ai saloni in cui avrebbero firmato accordi e abbracciato funzionari del governo.
Il ministro degli esteri spagnolo José Manuel García-Margallo (foto Alerta Digital) si recherà a Cuba questo mese.

Raúl Rivero
(da El Mundo, 6 ottobre 2014
preso in Desde La Habana, 08/11/2014)

Traduzione di Silvia Bertoli

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