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giovedì 12 marzo 2015

Cuba, è arrivata la sua fine?


Scritto da  Giuliana Gandini il   Mercoledì 11 Marzo 2015 in Viaggi



Dovevamo aspettarcelo. Voli e alberghi grandi e piccoli strapieni, spiagge zeppe, mercanti del Terzo Millennio che si aggirano alla ricerca dell’affare, dal comprare una casa all’aprire un negozio alla moda, al fare incetta delle gloriose auto americane anni Cinquanta.
 
Complice la fine dell’embargo, el bloqueo, come lo chiamano i cubani, l’isola è la nuova terra di conquista dei Caraibi. La consumer revolution ha avuto la meglio sulla revoluciòn comunista. Yankee arroganti affollano Marina Hemingway zeppa di yacht alla Abramovich e salpano per inseguire i marlin e barracuda, accompagnati da lacché in divisa che ci fanno rimpiangere ancora di più personaggi come Gregorio Fuentes, l’amico pescatore di Hemingway.


Designer internazionali studiano le location per i campi da golf passione di Raul Castro, i resort stile Cancun, porti come Marina Gaviota, a Varadero, 1000 posti barca lunghi fino a 150 metri, per supericchi, con hotel da 200 euro a notte, 10 volte lo stipendio medio di un cubano, appartamenti lussuosi su una spiaggia bianca a perdita d’occhio. Mentre a Pinar del Rio, sta sorgendo la Cuba del futuro firmata da Raul: Punta Colorada Golf & Marina, il più grande complesso turistico dell’isola, quattromila ettari, sedici chilometri di spiagge mozzafiato, ventimila appartamenti dotati di ogni comfort, cinque hotel a 5 stelle e sette campi da golf da 18 buche.

Per non farsi mancare niente due “porticcioli” da 1.400 posti barca dove far attraccare le crociere e migliaia di turisti. Che cosa rimarrà della vecchia Cuba, sopravvissuta fino ad oggi  tra i Caraibi luccicanti e i templi dell’ospitalità  progettati dalla regia hollywoodiana del turismo? Mi piace pensare che quando ritornerò, prima che il misfatto sia compiuto, a spasso per la città amata da Hemingway, "Sapessi com’è la mattina presto all’Avana", passeggerò con Eugenio Valdes Figueroa, straordinario critico d’arte che anni fa mi fece scoprire artisti come Los Carpinteros, oggi famosi, facendomi entrare in feste incredibili e nelle case di artisti poverissimi, con grande talento nel quartiere Vibora.
Poi mi siederò lungo il Malecon a guardare il tramonto tra la gente che balla, andrò a Vinales, protetta dall’Unesco, dove ragazzi di vent’anni ti accompagnano a cavallo per pochi CUC tra le fincas, le fattorie e le piantagioni di tabacco.


Ascolterò musica al Patio del Desimista, dove il gruppo Sol del Valle suona la miglior musica dell’isola o forse mi è sembrato così dopo molti rum e daiquiri... La notte mi rifugerò a El Cafetal, fascinosa casa particular di piantatori di caffè, tra distese di tabacco e mogotes, le colline di calcare. Mi gusterò i mojito e la comida criolla tra colibrì in volo e concerti di rane. La vecchia Cuba. 

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