Scritto da Giuliana
Gandini il Mercoledì 11 Marzo 2015 in Viaggi
Dovevamo aspettarcelo. Voli e alberghi grandi e piccoli
strapieni, spiagge zeppe, mercanti del Terzo Millennio che si aggirano alla
ricerca dell’affare, dal comprare una casa all’aprire un negozio alla moda, al
fare incetta delle gloriose auto americane anni Cinquanta.
Complice la fine dell’embargo, el bloqueo, come lo chiamano
i cubani, l’isola è la nuova terra di conquista dei Caraibi. La consumer
revolution ha avuto la meglio sulla revoluciòn comunista. Yankee arroganti
affollano Marina Hemingway zeppa di yacht alla Abramovich e salpano per
inseguire i marlin e barracuda, accompagnati da lacché in divisa che ci fanno
rimpiangere ancora di più personaggi come Gregorio Fuentes, l’amico pescatore
di Hemingway.
Designer internazionali studiano le location per i campi da golf passione di Raul Castro, i resort stile Cancun, porti come Marina Gaviota, a Varadero, 1000 posti barca lunghi fino a
Per non farsi mancare niente due “porticcioli” da 1.400
posti barca dove far attraccare le crociere e migliaia di turisti. Che cosa
rimarrà della vecchia Cuba, sopravvissuta fino ad oggi tra i Caraibi luccicanti e i templi
dell’ospitalità progettati dalla regia
hollywoodiana del turismo? Mi piace pensare che quando ritornerò, prima che il
misfatto sia compiuto, a spasso per la città amata da Hemingway, "Sapessi
com’è la mattina presto all’Avana", passeggerò con Eugenio Valdes
Figueroa, straordinario critico d’arte che anni fa mi fece scoprire artisti
come Los Carpinteros, oggi famosi, facendomi entrare in feste incredibili e
nelle case di artisti poverissimi, con grande talento nel quartiere Vibora.
Poi
mi siederò lungo il Malecon a guardare il tramonto tra la gente che balla,
andrò a Vinales, protetta dall’Unesco, dove ragazzi di vent’anni ti
accompagnano a cavallo per pochi CUC tra le fincas, le fattorie e le
piantagioni di tabacco.
Ascolterò musica al Patio del Desimista, dove il gruppo Sol
del Valle suona la miglior musica dell’isola o forse mi è sembrato così dopo
molti rum e daiquiri... La notte mi rifugerò a El Cafetal, fascinosa casa
particular di piantatori di caffè, tra distese di tabacco e mogotes, le colline
di calcare. Mi gusterò i mojito e la comida criolla tra colibrì in volo e
concerti di rane. La vecchia Cuba.
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