a Internet.
Sotto vigilanza
Nell’isola non si accede al web dalle case. Previsti 118
Internet point a pagamento, ma resta la censura
CLAUDIO LEONARDI
L’accesso al web dalle case, a Cuba, è ancora privilegio di
alcune categorie professionali, tra cui medici e giornalisti. Il governo ha
però promesso di rendere attivi sull’isola, il 4 giugno, 118 internet point
pubblici, per ampliare le opportunità di connessione a chi non possa sfruttare
reti aziendali, scolastiche o situate in grandi alberghi.
Le noti dolenti arrivano sui costi del servizio. Lo
stipendio medio dei cittadini cubani è di 20 dollari al mese. Si può quindi
immaginare quanto possa pesare l’esborso di 4,5 dollari per collegarsi per
un’ora a siti internazionali, cifra che scende a 0,6 dollari per chi voglia
navigare solamente su siti nazionali. Una discrepanza che, in tutta onestà,
sembra giustificata esclusivamente da una volontà di deterrenza e di
allontanamento da fonti di informazione libere dal controllo del governo
comunista cubano.
La consultazione della posta elettronica costerà, senza
varianti, 1,50 dollari.
Un’ora di connessione, tra l’altro, potrebbe permettere
molto poco se la velocità della tecnologia a disposizione restasse quella
finora messa a disposizione a Cuba. A gennaio, Etecsa, la Società di telecomunicazioni
locale, ha annunciato di volere agganciarsi a un cavo a fibre ottiche
sotto-mare proveniente dal Venezuela, che avrebbe fornito connessioni a
internet ad alta velocità.
Nulla però cambierà nella politica di controllo sul web
finora esercitata dalle autorità isolane. Etecsa, provvederà “immediatamente” a
fermare l’accesso degli utenti se commetteranno “qualsiasi violazione delle
norme di comportamento etico promosse dallo stato cubano”, ha precisato il
Ministero delle Comunicazioni nel decreto governativo.
Scetticismo e critiche piovono dai dissidenti n patria e
all’estero. In prima fila, la coraggiosa Yoani Sanchez, recentemente
intervenuta a Perugia, al Festival del giornalismo. Sul suo account Twitter, la
blogger cubana ha scritto che “ci vorrà del tempo per avere internet a casa, ma
sono sicuro che arriverà... e questo farà male (al governo).”.
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