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mercoledì 16 luglio 2014

Orlando Luis Pardo Lazo. Il suicidio del socialismo


da TELLUS folio



Mario Vargas Llosa con Yoany Sánchez al VII Foro Atlantico (Madrid, 08/07/2014)
11 Luglio 2014

Ricordate la visione di Mario Vargas Llosa, risalente già alla metà del 1999? Il suo articolo allora pubblicato da El País (Spagna), “Il suicidio di una nazione”, provocò un cortocircuito, un altro, in cui l’accademia latinoamericana e, soprattutto, quella nordamericana, fecero sfoggio della loro migliore demagogia castrista per scagliarsi contro l’oggi premio Nobel per la Letteratura.
Il minimo che venne detto allora a Vargas Llosa fu “reazionario borghese”, per essersi presumibilmente messo contro la democraticissima volontà del popolo venezuelano. Poco importava che questo, in quanto tale, fosse ormai sul punto di scomparire per trasformarsi in quella categoria di guerra che è l’essere “bolivariano”, una parola uscita dall’oltretomba e una violenza totalitaria che aspirava a essere transtorica e sovranazionale e durare mille anni, come ogni Reich che si rispetti (ricordo ancora una rivistuola che circolava sull’isola per i soli membri del Partito Comunista, e che si batteva sfacciatamente in favore della fusione binazionale tra Cuba e Venezuela).
Hugo Chávez a quel tempo era più grande di Dio (secondo gli atei delle università libere del mondo), malgrado il fatto di essere stato un golpista con crimini al suo attivo, e senza aver mai dimostrato alcun pentimento per nulla. Lo si tacciava favorevolmente di essere il nuovo messia redentore. Si reclamizzavano come “carismatiche” le sue buffonate e il suo abuso di potere, le sue mastodontiche ingerenze nello spazio pubblico: cantore, poeta, comico, chiosatore, padre, accusatore, perdonatore, tutto tranne che semplice presidente. Si ridussero a zero i valori della democrazia venezuelana e si esaltò la miseria del paese. Anche all’estero si iniziò a rigettare la radicalizzazione tra venezuelani e a reclamare il vortice virtuoso di una rivoluzione. Volevano un prima e un dopo, un nuovo 1959 nel 1999, mentre Chávez si prendeva villanamente gioco del suo popolo in tutti i media di massa, dicendo loro che Cuba era una dittatura e che la proprietà privata era sacra e, soprattutto, che lui avrebbe lasciato il potere, quando infine nemmeno il cancro fu in grado di portarglielo via, e lui morì irresponsabilmente in carica, mentendo a proposito delle sue metastasi e lasciando in eredità un bullismo dittatoriale di risoluzione poco meno che impossibile.
Nel 1999 Vargas Llosa mandò all’aria la catarsi popolana di noi tutti, come qualsiasi intellettuale mordace il cui dovere è non essere mai compiacente: «La comunità internazionale se ne sbatte che ci sia o no democrazia in Venezuela, di modo che questa non muoverà un dito per frenare il sistematico disfacimento della società civile e delle pratiche basilari della vita democratica portato a termine dall’ex golpista, con l’entusiastica e cieca collaborazione di tanti incauti venezuelani. Una sinistra nuvola nera è caduta sulla terra da cui gli eserciti bolivariani sono partiti a lottare per la libertà dell’America, e temo che tarderà a dissiparsi».
Sembra che sia stato scritto questa mattina e non in un agosto di ormai 15 anni fa.
«Che un numero così elevato di venezuelani appoggi i deliri populisti e autocratici di quel ridicolo personaggio che è il tenente colonnello Hugo Chávez non fa di lui un democratico; dimostra soltanto i limiti estremi di disperazione, di frustrazione e di incultura civica della società venezuelana».
Allora, il peruviano scomodo, insopportabile, non manipolabile fu definito in qualunque modo: velleitario, autore di sfuriate, deboluccio nel momento dell’azione, prigioniero delle sue stesse frottole, uomo incapace di apprezzamenti e liberale più letterario che letterale, presidente frustrato e supplichevole dei poteri economici internazionali (specie degli Stati Uniti) e, in ultima istanza, uno scriteriato con sintomi di ignoranza.
È passato il tempo, ma non il castrismo. La comunità internazionale difende ancora a spada tratta il regime dell’Avana, che è l’essenza maligna del regime di Caracas (entrambi a fronteggiare lo stesso imperialismo di sempre, che vuole distruggere la sovranità delle nostre nazioni vittime del capitalismo).
L’intero continente sembra ancora oggi muoversi contro quel pezzo di ghiaccio di Mario Vargas Llosa ne El País. I morti a Cuba e in Venezuela ammontano a migliaia dall’inizio del socialismo, ma si tratta di cadaveri che in America Latina non hanno prestigio intellettuale: non contano nelle conferenze degli accademici, né nelle statistiche dell’ONU e dell’OEA (Organizzazione degli Stati Americani, ndt). Noi cittadini liberi siamo soli. Ci hanno lasciati soli. Come Vargas Llosa. Malgrado, o proprio per, il suo Premio Nobel così tardivo.
Ci troviamo tra la dittatura e la patria. Ed è già molto difficile distinguere quale opzione sia la peggiore. Per questo ce ne andiamo, è un altro modo di morire. Ci allontaniamo per sempre perché nessuno crede a questi lugubri teatri di operazioni con cui le sicurezze dello Stato (o sarà una sola sicurezza?) continuano a governare la nostra regione, creando addirittura false dissidenze e opposizioni “democratiche” per non smettere di abbindolarci e farci perdere tempo. E la vita.
Quando diciamo “basta barbarie!” a stento stiamo dicendo “addio”.
Addio, dittatura. Addio, patria.

Orlando Luis Pardo Lazo
(da El Nacional, 8 luglio 2014)
Traduzione di Silvia Bertoli

4 commenti:

  1. l'autore dell'articolo non ha vissuto alla Avana e non ha vissuto negli altri paesi latini dove sono quasi tutti poveri ma che guardano quella piccola percentuale di ricchi vantarsi delle loro ville delle loro case dei loro yacht dei loro aerei personali. E non ha visto le strade di notte nei paesi latini. Tutti o quasi democratici con l' i paesi latini. Belli democratici pieni di droga , di delinquenza a tutti i livelli e miseria e analfabetismo a profusione.

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  2. E l'autore pensa lo stesso di Cuba. Non perche' sia stupido , no , no ...non lo e' .. Pero o è in malafede o e' ignorante. Delle due l ' una. Parla perche' non sa. Ignora che a Cuba l'analfabetismo lo ha stravinto il castrismo. Che la aspettativa di vita' sta a i massimi livelli modiali ed e' comunque piu' alta degli Stati Uniti (poi se paragonata agli altri stati della america latina sta addirittura alle stelle) , L'autore non sa che una frase di Fidel scritta nella ambasciata Cubana (almeno in quella di Roma) e su tante riviste mondiali non e' mai stata contestata da nessuno e la frase recita. << nel momdo ogni notte 1000000 di bambini dorme per la strada. Nessuno e' cubano>> Ed e' vero ma il signor autore non lo sa. Scrive tanto per scrivere , scrive per dire qualcosa ,come fanno tanti , che scrivono ma non sanno .
    Io non so scrivere , ma le cose le so . E le so bene. So anche perche' persiste un embargo con Cuba anche dopo il 1990. Con gli ex nemici gli stati uniti fanno affari , affari d'oro. E si fanno pagare l'enorme debito pubblico dai cinesi. L'embargo esiste perche' una cosa che gli americani proprio non ce la fanno a digerire e' quella di vedere fiorire Cuba con un regine politico che non sia quello del modello battezzato o cresimato o concepito dal mondo capialista. Guai se a Cuba prolifera il benessere ma con le regole del non capitalismo. Gia' ha trionfato il sistema (gratis) di assistenza medica dalla culla alla tomba e cosi come gratis e' l a scolarizzazione dall'asilo nido per tutti i bebe fino al dottorato spesso con stages all'estero. Poveri yankies che invece si pagano tutti indebitandosi tutta la vita futura. E l 'autore non sa che l' inquinamento a Cuba e' inesistente, chje non c'e' droga e se per caso gli viene voglia di addormentarsi sul malecon ( il muretto che fa da parapetto sul lungomare delle citta Cubane e non solo) lo puo' fare e si risveglia senza avere un coltello alla gola o addirittura infilato nel torace come avveine nei democratic paesi latini che non ha mai visitato (l'autore) ma di cui ne tesse le lodi per la loro democrazia , per la grande liberta politica di eleggere il riccone di turno tra le varie famiglie al potere come ai tempi dei Medicoi a Firenze.

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  3. In Honduras ce ne sono sei di famiglie che a turno propongono un loro personaggio che regolarmente viene eletto quando e' il turno di quella famiglia. Uno che ha tentato di rompere questo teatrino (Zelaya) lo hanno prelevato nel suo letto in pigiama e lo hanno catapultato sempre in pigiama oltre la barra della frontiera con il Costa Rica solo perche' aveva pensato di fare un referendum popolare per chiedere se si poteva rieleggere un presidente che avesse dimostrato una eccellente conduzione del paese durante il suo mandato. .. Democraticamente lo hanno defenestrato. E democraticamente questisono paesi ammirevoli e non come quei castristi cattivoni delinquenti di Cuba.
    Del Venezuela non so nulla, ci sono stato troppo poco , di Chavez ancora meno ma conosco molti paesi governati con modelli dittatoriali pero tanto cari all ' occidente. Facile citare la Cinadove neanche esist e a parola elezione o lista elettorale.. Ma anche la Thailandia (che singifica terra libera ) residuo dle regno del Siam. con il re , oggi pianto da molti , ma non da tutti , che ha defenestrato a ripetizione primi ministri eletti con il 75 % dei voti popolari con varie scuse usando i militari . Ma sono paesi democratici e amici dell'autore , che probabilmente ama tanto la Thailandia. O la Malesya o (nonpiu') le Filippine dove se non hai il certificato elettorale non puoi votare ma per averlo devi avere la carta di identita che non e' un diritto. Te la devi meritare. Una percentuale mostruosa di gente si fa una sort a di documento identificativo lavorando per una compagnia , , una sorta di badge come la la Avon che gli f aun tesserino con foto nome e cognome. Ma non è valido per essere iscritto nelle liste elettoralii. Ma come tanti amici dell' occidente e voi non potete votare? .Chiedo .. Teoricamente si . Ma se si avessero i soldi per tirare fuori da quella specie di anagrafe i documenti con testimoni e assistenti legali (dei facilitatori di ostacoli burocratici , gli ''helpers''). Insomma con tutta questa merda che c'e' in tutto il mondo (grilletti compresi) questo si va a preoccupare di sputare sentenze su Cuba che ,per il poco che ha come risorse (praticamente nulla), per la assenza di investimenti stranieri a causa dell' embargo , con il blocco del suo commercio , Cuba , che fa miracoli quasi moltiplicando i pani e i pesci , questo signore (autore et traduttore compiacente) con tante cose da osservare nel modo (e non ho citato l'Africa dove l'occidente massacra le popolazioni con la complicita di capi e capetti dittatori e dittatorelli per rubarsi oro petrolio diamanti , minerali preziosi , terre rare e quant'altro) questo signore va a citare il Venezuela dove per un secolo si sono rubati il petrolio (il 25% del mondo) e Chavez ha cacciato tutti dicendo <> ( e lo hannofatto goffamente con poca capacita imprenditoriale e in piu' ostacolati dagli illuminati delle 7 sorelle) . E questo ancora parla , spara sentenze e scrive kakkiate. Povero mondo , non se ne puo' piu' specie dei gironalisti e dei poco meritevoli santoni moderni.

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  4. e tanti saluti al sig. Orlando Luis Pardo Lazo

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