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martedì 1 aprile 2014

Un giorno senza lavoratori privati


YOANI SANCHEZ


Il sonno della ragione genera mostri. 
Francisco de Goya 

Il giorno cominciò in un’atmosfera da incubo. Venne a mancare il caffè del mattino perché all’angolo di strada non c’era il venditore con termos e bicchierini. Per questo motivo camminò stancamente fino alla fermata degli autobus, mentre faceva attenzione se vedeva qualche tassì collettivo. Niente. Neppure un vecchio Chevrolet passava per il viale, non si intravedevano neanche gli ingegnosi pisi-corres capaci di trasportare fino a dodici passeggeri. Dopo un’ora di attesa, riuscì a salire sull’autobus, irritato dalla mancanza di un pacchetto di noccioline con cui placare “il languorino” che sentiva allo stomaco. 

Quel giorno sul posto di lavoro combinò poco. La direttrice non riuscì ad arrivare perché la baby-sitter che si occupava della bambina si assentò. Altrettanto accadde all’amministratore, che non solo bucò uno pneumatico della sua Lada ma soprattutto trovò chiuso il riparatore di gomme del quartiere. Durante la pausa di mezzogiorno i vassoi di cibo non pesavano quasi niente da quanto erano vuoti. Non era passato il carrettino dei contorni che distribuiva vegetali e tuberi per rinforzare il pranzo. Il capo delle pubbliche relazioni si fece prendere da una crisi di nervi, perché non poté stampare le foto che gli servivano per ottenere un visto. Alla porta dello studio più vicino un cartello che recava la scritta: “Oggi non apriamo”, gli aveva distrutto i suoi piani di viaggio. 

Decise di rientrare a piedi fino a casa per evitare l’attesa. Il figlio gli chiese qualcosa per fare merenda, ma il venditore di pane non era si era fatto vivo con la sua stridente cantilena. Il chiosco di pizze non era aperto e non servì a niente neanche fare un salto al mercato agricolo. Cucinò quel poco che trovò e per asciugare i piatti usò un pezzo di camicia vecchia, per sopperire alla mancanza di commercianti che vendevano strofinacci. Persino il ventilatore non volle saperne di accendersi e il riparatore di elettrodomestici non aveva ancora aperto il negozio. 

Andò a letto scomodo, in una pozza di sudore, desiderando che al risveglio ci fossero di nuovo quelle figure capaci di rendere sostenibile la sua vita: i lavoratori privati, senza i quali i suoi giorni si trasformavano in una sequenza di privazioni e di sofferenze.


Traduzione di Gordiano Lupi  

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