YOANI SANCHEZ
Il sonno della ragione genera mostri.
Francisco de Goya
Il giorno cominciò in un’atmosfera da incubo. Venne a
mancare il caffè del mattino perché all’angolo di strada non c’era il venditore
con termos e bicchierini. Per questo motivo camminò stancamente fino alla
fermata degli autobus, mentre faceva attenzione se vedeva qualche tassì
collettivo. Niente. Neppure un vecchio Chevrolet passava per il viale, non si
intravedevano neanche gli ingegnosi pisi-corres capaci di trasportare fino a
dodici passeggeri. Dopo un’ora di attesa, riuscì a salire sull’autobus, irritato
dalla mancanza di un pacchetto di noccioline con cui placare “il languorino”
che sentiva allo stomaco.
Quel giorno sul posto di lavoro combinò poco. La direttrice
non riuscì ad arrivare perché la baby-sitter che si occupava della bambina si
assentò. Altrettanto accadde all’amministratore, che non solo bucò uno
pneumatico della sua Lada ma soprattutto trovò chiuso il riparatore di gomme
del quartiere. Durante la pausa di mezzogiorno i vassoi di cibo non pesavano
quasi niente da quanto erano vuoti. Non era passato il carrettino dei contorni
che distribuiva vegetali e tuberi per rinforzare il pranzo. Il capo delle
pubbliche relazioni si fece prendere da una crisi di nervi, perché non poté
stampare le foto che gli servivano per ottenere un visto. Alla porta dello
studio più vicino un cartello che recava la scritta: “Oggi non apriamo”, gli
aveva distrutto i suoi piani di viaggio.
Decise di rientrare a piedi fino a casa per evitare
l’attesa. Il figlio gli chiese qualcosa per fare merenda, ma il venditore di
pane non era si era fatto vivo con la sua stridente cantilena. Il chiosco di
pizze non era aperto e non servì a niente neanche fare un salto al mercato
agricolo. Cucinò quel poco che trovò e per asciugare i piatti usò un pezzo di
camicia vecchia, per sopperire alla mancanza di commercianti che vendevano
strofinacci. Persino il ventilatore non volle saperne di accendersi e il
riparatore di elettrodomestici non aveva ancora aperto il negozio.
Andò a letto scomodo, in una pozza di sudore, desiderando che
al risveglio ci fossero di nuovo quelle figure capaci di rendere sostenibile la
sua vita: i lavoratori privati, senza i quali i suoi giorni si trasformavano in
una sequenza di privazioni e di sofferenze.
Traduzione di Gordiano Lupi
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