società rarefatta
I comedores obreros sono mense messe a servizio dei
lavoratori in tutta l’Isola, e di solito forniscono colazione, pranzo e cena ai
lavoratori a prezzi davvero modici in moneta nazionale.
La loro storia ha seguito l’evoluzione della Stato Cubano.
Sono ancora comuni i racconti dei pasti serviti nei comedores nel mezzo del
Periodo Especial a base di acqua zuccherata e riso, senza mai vedere legumi,
verdure, e Dio ce ne scampi, carne!
Oggi la situazione è diversa perché l’economia si è
rafforzata dagli anni ’90, e alla cifra di 50 centesimi di peso cubano
(qualcosa come un paio di centesimi di euro), i lavoratori cubani possono
permettersi di mangiare in una specie di ristorante un pasto completo che
comprende primo, secondo, dolce e acqua.
È geniale, direte voi! Probabilmente sì, l’idea sarebbe
geniale, se non fosse inattuabile. Come tutte le cose promosse dalla
Rivoluzione Socialista cubana, anche gli utopici Comedores Obreros non funzionano
perché inefficienti e insostenibili, e perché regalare cibo in uno Stato che fa
la fame sortisce l’unico effetto di aumentare corruzione e mercato illegale.
Prendiamo ad esempio il mio Comedor, quello del Granma, che
è una dei migliori in tutto il Paese perché si tratta della mensa dell’organo
di stampa ufficiale del Comitato Centrale del Partito Comunista, ente che
detiene tutto il potere politico dell’Isola.
La mensa del Granma serve colazione, pranzo e cena. Ma come
tutti gli altri lavoratori dell’Isola, anche quelli che lavorano nella mensa
guadagnano non più di 400 Pesos in Moneta Nazionale, e la loro unica fonte di
sopravvivenza è quella del “desvio de los recursos”, parole che sono nella
bocca di chiunque, e che non vogliono dire altro se non rubare dal lavoro per
rivendere i prodotti nel mercato nero.
Così, la cuoca della mensa e l’addetta alle razioni della
colazione non avranno nessun interesse a servire un bicchiere di latte ai
lavoratori che vanno in mensa sperando di fare colazione (e che si devono
portare il bicchiere da casa), perché preferiscono tenerselo e rivenderlo nel
loro quartiere a 40 pesos alla bottiglia, e tenersi per sé il ricavato. Il
momento della colazione diventa semplicemente una farsa durante la quale il
lavoratore esige il suo bicchiere di latte e si sente rispondere ogni giorno
una scusa diversa che giustifica la mancata ripartizione del prezioso prodotto.
Una mattina il lattaio non è arrivato, Un’altra le mucche erano malate, e
quella dopo il latte è stato richiesto da altri comedores che ne avevano più
bisogno. Il lavoratore e l’addetta sanno perfettamente che sono scuse, ma
nessuno dice nulla perché il furto è anti-Rivoluzionario solamente se si scopre
e non se si fa. A parte questo, anche se i cuochi e l’addetta alle vendite
venissero rimpiazzati da qualcun altro, la pratica del desvio è talmente
condivisa che anche i prossimi assunti la praticherebbero esattamente nello
stesso modo!
Il caso del pranzo e della cena, invece, sono diversi! Il
discorso del desvio vale sempre, ma ad esso si aggiunge la vendita di cibo
avanzato. Infatti i comedores vendono il cibo che i lavoratori avanzano nel
piatto ad allevatori che lo usano per il bestiame. Perciò lo scopo dei cuochi è
quello di cucinare in modo da evitare che le persone mangino. Meno i lavoratori
mangiano, e più cibo possono vendere. Chiaramente, i cuochi cercano di
dissimulare quello che fanno aumentando di poco in poco il livello di
immangiabilità di quello che fanno, mentre ai lavoratori, che purtroppo non possono
permettersi nient’altro al di fuori del comedor, non resta altra scelta che
adattarsi di volta in volta a quello che i cuochi cucinano. Se non fosse così
tragica, l’immagine che esseri umani e maiali si stanno disputando lo stesso
cibo, e che uomini sono disposti a mangiare cose che andrebbero bene a degli
animali, sarebbe ironica.
I lavoratori non se la prendono con i cuochi, perché se
fossero al posto loro farebbero la stessa cosa. Tutti guadagnano una miseria, e
nessuno pensa due volte al fatto di poter prendere soldi extra. Così, nella
zuppa di fagioli o soya regolarmente servita nel Granma, i cuochi mettono lo
zucchero invece del sale e il riso, dal quale a Cuba normalmente è necessario
togliere i chicchi marci e la sporcizia lo cucinano sporco, perché sperano così
che i lavoratori non mangino. Ma i lavoratori mangiano…mangiano eccome, perché
non hanno altra scelta, come in un girone dell’inferno dantesco senza fine, una
costante corsa al ribasso a discapito di tutta la società.
All’inizio, appena arrivata a Cuba, mi arrabbiavo con le
persone che secondo me erano ladre punto e basta e che si stavano arricchendo
alle spalle non del Governo, ma di altre persone, poveracce anche loro. E
probabilmente è così. Ma il furto è rimasto l’unica risorsa compresa e
condivisa, e la società è talmente rarefatta e disgregata che anche lo
schiacciare i più deboli e vulnerabili è giusto in nome del proprio benessere.
L’unica legge giusta è quella della giungla, dove chi può sopravvive al meglio
delle sue possibilità, e chi non può, perisce. Un sistema del genere non si
sarebbe propagato e diffuso se la società non fosse ridotta in condizioni di
fame e disperazione. Se è un responsabile che vogliamo trovare, dobbiamo
cercare chi queste condizioni le ha volute ed imposte.
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