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martedì 30 aprile 2013


società rarefatta



I comedores obreros sono mense messe a servizio dei lavoratori in tutta l’Isola, e di solito forniscono colazione, pranzo e cena ai lavoratori a prezzi davvero modici in moneta nazionale.


La loro storia ha seguito l’evoluzione della Stato Cubano. Sono ancora comuni i racconti dei pasti serviti nei comedores nel mezzo del Periodo Especial a base di acqua zuccherata e riso, senza mai vedere legumi, verdure, e Dio ce ne scampi, carne!

Oggi la situazione è diversa perché l’economia si è rafforzata dagli anni ’90, e alla cifra di 50 centesimi di peso cubano (qualcosa come un paio di centesimi di euro), i lavoratori cubani possono permettersi di mangiare in una specie di ristorante un pasto completo che comprende primo, secondo, dolce e acqua.



È geniale, direte voi! Probabilmente sì, l’idea sarebbe geniale, se non fosse inattuabile. Come tutte le cose promosse dalla Rivoluzione Socialista cubana, anche gli utopici Comedores Obreros non funzionano perché inefficienti e insostenibili, e perché regalare cibo in uno Stato che fa la fame sortisce l’unico effetto di aumentare corruzione e mercato illegale.


Prendiamo ad esempio il mio Comedor, quello del Granma, che è una dei migliori in tutto il Paese perché si tratta della mensa dell’organo di stampa ufficiale del Comitato Centrale del Partito Comunista, ente che detiene tutto il potere politico dell’Isola.

La mensa del Granma serve colazione, pranzo e cena. Ma come tutti gli altri lavoratori dell’Isola, anche quelli che lavorano nella mensa guadagnano non più di 400 Pesos in Moneta Nazionale, e la loro unica fonte di sopravvivenza è quella del “desvio de los recursos”, parole che sono nella bocca di chiunque, e che non vogliono dire altro se non rubare dal lavoro per rivendere i prodotti nel mercato nero.



Così, la cuoca della mensa e l’addetta alle razioni della colazione non avranno nessun interesse a servire un bicchiere di latte ai lavoratori che vanno in mensa sperando di fare colazione (e che si devono portare il bicchiere da casa), perché preferiscono tenerselo e rivenderlo nel loro quartiere a 40 pesos alla bottiglia, e tenersi per sé il ricavato. Il momento della colazione diventa semplicemente una farsa durante la quale il lavoratore esige il suo bicchiere di latte e si sente rispondere ogni giorno una scusa diversa che giustifica la mancata ripartizione del prezioso prodotto. Una mattina il lattaio non è arrivato, Un’altra le mucche erano malate, e quella dopo il latte è stato richiesto da altri comedores che ne avevano più bisogno. Il lavoratore e l’addetta sanno perfettamente che sono scuse, ma nessuno dice nulla perché il furto è anti-Rivoluzionario solamente se si scopre e non se si fa. A parte questo, anche se i cuochi e l’addetta alle vendite venissero rimpiazzati da qualcun altro, la pratica del desvio è talmente condivisa che anche i prossimi assunti la praticherebbero esattamente nello stesso modo!




Il caso del pranzo e della cena, invece, sono diversi! Il discorso del desvio vale sempre, ma ad esso si aggiunge la vendita di cibo avanzato. Infatti i comedores vendono il cibo che i lavoratori avanzano nel piatto ad allevatori che lo usano per il bestiame. Perciò lo scopo dei cuochi è quello di cucinare in modo da evitare che le persone mangino. Meno i lavoratori mangiano, e più cibo possono vendere. Chiaramente, i cuochi cercano di dissimulare quello che fanno aumentando di poco in poco il livello di immangiabilità di quello che fanno, mentre ai lavoratori, che purtroppo non possono permettersi nient’altro al di fuori del comedor, non resta altra scelta che adattarsi di volta in volta a quello che i cuochi cucinano. Se non fosse così tragica, l’immagine che esseri umani e maiali si stanno disputando lo stesso cibo, e che uomini sono disposti a mangiare cose che andrebbero bene a degli animali, sarebbe ironica.

I lavoratori non se la prendono con i cuochi, perché se fossero al posto loro farebbero la stessa cosa. Tutti guadagnano una miseria, e nessuno pensa due volte al fatto di poter prendere soldi extra. Così, nella zuppa di fagioli o soya regolarmente servita nel Granma, i cuochi mettono lo zucchero invece del sale e il riso, dal quale a Cuba normalmente è necessario togliere i chicchi marci e la sporcizia lo cucinano sporco, perché sperano così che i lavoratori non mangino. Ma i lavoratori mangiano…mangiano eccome, perché non hanno altra scelta, come in un girone dell’inferno dantesco senza fine, una costante corsa al ribasso a discapito di tutta la società.

All’inizio, appena arrivata a Cuba, mi arrabbiavo con le persone che secondo me erano ladre punto e basta e che si stavano arricchendo alle spalle non del Governo, ma di altre persone, poveracce anche loro. E probabilmente è così. Ma il furto è rimasto l’unica risorsa compresa e condivisa, e la società è talmente rarefatta e disgregata che anche lo schiacciare i più deboli e vulnerabili è giusto in nome del proprio benessere. L’unica legge giusta è quella della giungla, dove chi può sopravvive al meglio delle sue possibilità, e chi non può, perisce. Un sistema del genere non si sarebbe propagato e diffuso se la società non fosse ridotta in condizioni di fame e disperazione. Se è un responsabile che vogliamo trovare, dobbiamo cercare chi queste condizioni le ha volute ed imposte.


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