È quanto rivela un rapporto i cui dettagli sono stati resi noti dalla Associated Press. I ragazzi avrebbero viaggiato nell’isola sotto copertura con il compito di reclutare attivisti politici.
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Il presidente Usa Barack Obama e il presidente cubano Raùl
Castro. Le rivelazioni potrebbero intralciare i tentativi sotterranei compiuti
da Washington per riallacciare le relazioni con il regime dei fratelli Castro
04/08/2014
Giovani latino americani sono stati inviati segretamente a
Cuba dall’amministrazione Obama per fomentare il cambiamento politico. È quanto
rivela un rapporto i cui dettagli sono stati resi noti dall’Associated Press.
Il programma risale all’ottobre del 2009 e rischia di
intralciare i tentativi sotterranei compiuti da Washington per riallacciare le
relazioni con il regime dei fratelli Castro. Tentativi che si sarebbero
intensificati dopo la storica stretta di mano tra Barack Obama e Raul Castro in
occasione delle celebrazioni per la morte di Nelson Mandela.
In base a un progetto dell’Usaid (l’agenzia Usa per lo
sviluppo internazionale impegnata in diversi programmi), giovani del Venezuela,
Costa Rica e Perù sarebbero quindi stati inviati nell’isola caraibica con
l’obiettivo di destabilizzare il regime. I giovani lavoravano sotto copertura,
spesso facendo finta di essere turisti, e hanno viaggiato in tutta l’isola con
il compito di cercare persone che potevano diventare attivisti. In uno di
questi casi, hanno organizzato un workshop per la prevenzione dell’Hiv, noto
con il nome di “The perfect excuse” (La scusa perfetta), uno stratagemma usato
per discutere gli obiettivi del programma politico, ma che ha rischiato di mettere
in pericolo il programma dell’Usaid per migliorare la sanità a livello globale.
Alla fine, rivela AP, l’incompetenza ha rischiato di farli
scoprire, soprattutto quando le autorità cubane si sono insospettite e hanno
iniziato ad interrogare chi finanziava i viaggi dei giovani latinos, mettendo
in pericolo la loro copertura. Anche perché se fossero stati scoperti nessuno
li avrebbe protetti.
«Anche se non c’è mai la certezza assoluta, sappiate che le
autorità cubane non cercheranno di farvi del male, solo di spaventarvi», si
legge nel rapporto ottenuto dalla AP e relativo alle “direttive” date ai
latinos per difendere la copertura. In tutto, quasi una dozzina di giovani
hanno aderito al programma per una paga di 5,41 dollari all’ora.
Secondo quanto riferito dall’Associated Press, l’Usaid e
l’azienda che gestiva il programma, la Creative Associates
International, sono andati avanti nonostante i funzionari americani dissero
loro di prendere in considerazione la sospensione dei viaggi a Cuba dopo l’arresto
dell’americano Alan Gross, un collaboratore dell’Usaid fermato all’Avana mentre
distribuiva materiale elettronico di comunicazione alla comunità ebrea locale e
successivamente condannato a 15 anni di prigione per spionaggio.
Le nuove rivelazioni sul programma dell’Usaid giungono pochi
mesi dopo che la Casa
Bianca si è ritrovata in imbarazzo quando saltò fuori che
l’agenzia aveva segretamente finanziato negli anni scorsi una sorta di “Twitter
cubano”, noto con il nome di “ZunZero”, per cercare di raccogliere consensi
contro il governo dell’Avana. L’ispettore generale sta indagando sul quel
programma, chiuso nel settembre del 2012.
«L’Usaid e l’amministrazione Obama sono impegnati a
sostenere il desiderio del popolo cubano di determinare liberamente il proprio
futuro», ha detto l’agenzia in risposta alle domande sul rapporto della AP.
«L’Usaid lavora con gruppi di giovani indipendenti a Cuba su progetti
comunitari, salute pubblica, arte e altri progetti coerenti con i programmi per
la democrazia in tutto il mondo». La Casa Bianca invece si è limitata a rispondere con
un “no comment”, attraverso il suo portavoce Josh Earnest.
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