di Luca Pistone.
Scritto il 17 luglio 2014 alle
6:00.
Lo riporta il quotidiano russo Kommersant, che cita fonti
vicine al Cremlino e ricorda che il centro venne chiuso 13 anni fa per la
difficile situazione economica della Russia in quegli anni e per le reiterate
richieste degli Stati Uniti.
“Le nostre relazioni (con gli Stati Uniti) si sono
deteriorate molto prima della crisi in Ucraina. In realtà non sono mai
migliorate, salvo alcuni periodi specifici che sono stati l’eccezione alla
regola”, segnala un alto funzionario della sicurezza russo per spiegare
l’interesse di Mosca per le comunicazioni di Washington.
Il sofisticato complesso di radar, capace di captare segnali
elettronici a quasi 2 mila chilometri di distanza e coprire quasi tutto il
territorio statunitense, è stato installato nel sobborgo di El Wajay, a sud
ovest di L’Avana, nel 1964, al culmine della presenza militare sovietica a
Cuba.
Ampliato e modernizzato dopo la disintegrazione dell’Urss,
“oggi la sua utilità è anche maggiore, perché a differenza di allora la Russia non ha mezzi di
spionaggio elettronico nello spazio e le sue capacità per intercettare le
comunicazioni tramite la flotta sono di gran lunga inferiori”, osserva
Kommersant.
Costruito dal servizio di intelligence militare sovietico
(Gru), il centro di Lourdes permise all’Urss di intercettare i piani di
Washington contro l’Iraq nel 1991.
Un colonnello disertore del Kgb rivelò nel 1998 l’entità
delle attività del centro dichiarando che, dopo l’invasione del Kuwait da parte
dell’Iraq nel 1990 e la campagna Desert Storm nel 1991, Mosca spiò da Lourdes i
piani bellici della coalizione internazionale che invase il paese arabo.
Secondo i servizi segreti occidentali, da Lourdes era possibile “intercettare
fax, telefonate e comunicazioni informatiche”.
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