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giovedì 9 gennaio 2014

Senza impegno

08/01/2014




YOANI SANCHEZ
Rosso e nero, sono i colori del quotidiano Granma. Ma a differenza della famosa opera di Stendhal, nelle sue pagine il lettore non troverà realismo, ma proselitismo. Quando l’organo ufficiale del Partito Comunista sceglie un titolo, non lo fa con lo scopo di informare, quanto per imporre un’idea. 
Così è accaduto giovedì scorso con la frase che si poteva leggere nella prima pagina di quel giornale. Estrapolate dal discorso di Raúl Castro a Santiago de Cuba, quelle parole chiarivano che “La rivoluzione va avanti come sempre, senza impegni privilegiati con nessuno, soltanto con il popolo!”. Con tale affermazione, sia l’oratore che gli editori volevano enfatizzare qualcosa che in realtà non era molto chiaro. Vale la pena tentare di decifrare il suo significato. 

Sono trascorsi 55 anni da quando ha avuto inizio la cosiddetta Rivoluzione Cubana, quindi il riferimento a possibili impegni non riguarda certo le sue origini. Va da sé che con tali parole il Generale non alludeva alla rottura e al venir meno di determinati favoritismi e aiuti di cui hanno goduto i ribelli per oltre mezzo secolo. La frase non suona come un addio ai vecchi compagni di strada che hanno messo a disposizione lavoro e capitali, sostenendo per decenni questo sistema. 
Allora, chi intende indicare Raúl Castro con quel “nessuno” ai quali toglie ogni possibilità di reclamo? Certo, il suo obiettivo non è neanche il Palazzo di Miraflores per l’eccessivo sussidio che Cuba riceve dal Venezuela. Infatti questo sostegno economico ha prodotto maggiori obblighi politici sul governo che mantiene piuttosto che su quello mantenuto. 

Pensare che si tratti di un’allusione per superare le responsabilità legate all’appartenenza alla CELAC (Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi, ndt), sarebbe quanto meno ingenuo. Allora, di che cosa parlava quest’uomo in uniforme militare quando pronunciava le frasi banali di un discorso preparato? A che cosa si riferiva? La risposta più plausibile indica come riferimenti la Casa Bianca e Bruxelles. 
Ogni negoziato o conversazione necessita un minimo di obblighi da compiere. Ogni parte coinvolta in un accordo vuole essere certa che l’altra faccia uguali o maggiori concessioni rispetto alle proprie. È evidente che nel 2013, tanto gli Stati Uniti come l’Unione Europea hanno compiuto passi in avanti per mitigare la temperatura diplomatica tra loro e Piazza della Rivoluzione. 
Alcuni politici avevano cominciato a parlare di facilitazioni, accordi e persino di un nuovo atteggiamento da tenere nei confronti della Maggiore delle Antille. Il piatto era già stato servito per festeggiare accordo e dialogo. Per tutta risposta, l’ingrato convitato si è fermato e ha rovesciato il tavolo. 

“Senza impegni…”, ha gridato Raúl Castro affrettandosi a ribadirlo in lettere rosse sul quotidiano Granma. Gli interessati ai quali è stata indirizzata la frase sono stati avvertiti, adesso sanno come devono comportarsi.  
   

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