08/01/2014
YOANI SANCHEZ
Rosso e nero, sono i colori del quotidiano Granma. Ma a differenza
della famosa opera di Stendhal, nelle sue pagine il lettore non troverà
realismo, ma proselitismo. Quando l’organo ufficiale del Partito Comunista
sceglie un titolo, non lo fa con lo scopo di informare, quanto per imporre
un’idea.
Così è accaduto giovedì scorso con la frase che si poteva leggere
nella prima pagina di quel giornale. Estrapolate dal discorso di Raúl Castro a
Santiago de Cuba, quelle parole chiarivano che “La rivoluzione va avanti come
sempre, senza impegni privilegiati con nessuno, soltanto con il popolo!”. Con
tale affermazione, sia l’oratore che gli editori volevano enfatizzare qualcosa
che in realtà non era molto chiaro. Vale la pena tentare di decifrare il suo
significato.
Sono trascorsi 55 anni da quando ha avuto inizio la cosiddetta
Rivoluzione Cubana, quindi il riferimento a possibili impegni non riguarda
certo le sue origini. Va da sé che con tali parole il Generale non alludeva
alla rottura e al venir meno di determinati favoritismi e aiuti di cui hanno
goduto i ribelli per oltre mezzo secolo. La frase non suona come un addio ai
vecchi compagni di strada che hanno messo a disposizione lavoro e capitali,
sostenendo per decenni questo sistema.
Allora, chi intende indicare Raúl Castro con quel “nessuno” ai
quali toglie ogni possibilità di reclamo? Certo, il suo obiettivo non è neanche
il Palazzo di Miraflores per l’eccessivo sussidio che Cuba riceve dal
Venezuela. Infatti questo sostegno economico ha prodotto maggiori obblighi
politici sul governo che mantiene piuttosto che su quello mantenuto.
Pensare che si tratti di un’allusione per superare le
responsabilità legate all’appartenenza alla CELAC (Comunità degli Stati
Latinoamericani e dei Caraibi, ndt), sarebbe quanto meno ingenuo. Allora, di
che cosa parlava quest’uomo in uniforme militare quando pronunciava le frasi
banali di un discorso preparato? A che cosa si riferiva? La risposta più
plausibile indica come riferimenti la
Casa Bianca e
Bruxelles.
Ogni negoziato o conversazione necessita un minimo di obblighi da
compiere. Ogni parte coinvolta in un accordo vuole essere certa che l’altra
faccia uguali o maggiori concessioni rispetto alle proprie. È evidente che nel
2013, tanto gli Stati Uniti come l’Unione Europea hanno compiuto passi in
avanti per mitigare la temperatura diplomatica tra loro e Piazza della
Rivoluzione.
Alcuni politici avevano cominciato a parlare di facilitazioni,
accordi e persino di un nuovo atteggiamento da tenere nei confronti della
Maggiore delle Antille. Il piatto era già stato servito per festeggiare accordo
e dialogo. Per tutta risposta, l’ingrato convitato si è fermato e ha rovesciato
il tavolo.
“Senza impegni…”, ha gridato Raúl Castro affrettandosi a ribadirlo
in lettere rosse sul quotidiano Granma. Gli interessati ai quali è stata
indirizzata la frase sono stati avvertiti, adesso sanno come devono comportarsi.
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