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giovedì 9 gennaio 2014

Giocattoli di peluche

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08/01/2014





YOANI SANCHEZ
Sopra il divano c’è un cagnolino di peluche senza un occhio e con un orecchio scucito. Trent’anni era il giocattolo di una bambina che adesso ha due figli. Nessuno di loro ha l’età per aver conosciuto il mercato razionato dei prodotti industriali. Per questo motivo, quando la mamma spiega che quel bambolotto era stato assegnato come prodotto “di base”, la guardano come se parlasse cinese. Per loro è tutto diverso. Fin da quando sono piccoli sanno che i giocattoli si vendono solo in moneta convertibile. A volte quando li portano al grande mercato della strada Carlos III restano con il viso attaccato al vetro davanti a un pony di colore rosa e a una casetta di plastica con il camino. 

Sono due generazioni diverse ma unite da simili inquietudini. Alla trentenne toccò in sorte un’epoca caratterizzata dal sussidio sovietico e dalla distribuzione regolamentata… di quasi ogni prodotto. I suoi bambini, da parte loro, hanno vissuto tempi di dualità monetaria e di ristrettezze. Mentre per lei il Giorno dei Re Magi non si celebrava a gennaio, ma era stato posposto ufficialmente a luglio e con un nome diverso, i suoi figli hanno visto la rinascita frenetica di molte tradizioni. 
Negli anni Ottanta la nonna di quella bambina con il bambolotto di peluche, raccontava sussurrando la storia di Baldassarre, Melchiorre e Gaspare. Una volta cresciuta insegnò ai suoi rampolli – senza precauzioni – il rituale della lettera con le richieste e dell’acqua predisposta per far abbeverare i cammelli. 

Oggi la bambina d’un tempo ha atteso il sorgere del sole fuori da un negozio di giocattoli molto diverso da quelli della sua infanzia. Nessuna impiegata pretenderà da lei una tessera del razionamento con tagliandi da strappare e caselle dove segnare il numero corrispondente a ogni prodotto. 
Adesso sono i pesos convertibili – che non riceve con il suo salario – gli unici che daranno ai suoi figli acceso a bambole, carretti o ad alcune semplici palline di vetro. Per questo motivo conta le monete e calcola mentalmente a quale scopo serviranno. Deve fare presto, i bambini si saranno svegliati e staranno cercando i regali dei Re Magi per tutta la casa. Alla fine riuscirà a comprare un flauto di plastica e un cagnolino di peluche con gli orecchi grandi e gli occhi azzurri. 

Traduzione di Gordiano Lupi 
www.infol.it/lupi 



Nota del traduttore: Nella tradizione cubana prerivoluzionaria – adesso ripresa - i regali per i bambini li portano i Re Magi e non Babbo Natale (Santa Claus, che dir si voglia). Il giorno dei doni è il 6 gennaio, non il 25 dicembre; i bambini sono soliti scrivere una letterina ai Re Magi, quindi lasciano una ciotola d’acqua sulla veranda per far abbeverare i cammelli. 

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