(CELAC – Comunità di stati Latino americani e del Caribe)
Anticipata da una cosiddetta “operacion Limpieza che ha
portato a momentanei fermi di vari attivisti dissidenti sia in Avana che nelle
provincie, la conferenza dei paesi membri si avvia al termine)
Da: ilvecchioeilmare.blogspot
Oggi seconda riunione dei presidenti degli Stati aderenti
alla CELAC (Comunidad de Estados Latinoamericanos y del Caribe). Un consesso al
quale partecipano, tutti, i Paesi interessati (33) e da cui Cuba ha ricavato un
grande successo politico e di prestigio. Assenti, naturalmente, solo i
"territori d'oltremare" inglesi, francesi, olandesi e statunitensi
dell'area caraibica. Nell'occasione, il presidente Raúl Castro ha accompagnato
la presidentessa del Brasile, Dilma Roussef e la delegazione che l'accompagna,
a visitare l'area di sviluppo del Mariel dove è stato inaugurato il molo
principale del porto. Dopo le riunioni preliminari dei coordinatori di ogni
Paese in cui si sono elaborati i documenti da presentare ai rispettivi ministri
degli Esteri, questi hanno a loro volta inoltrato il risultato dei lavori ai
propri presidenti che si sono riuniti nei giorni di ieri e oggi per le
conclusioni.
Fra i discorsi di ieri, alcuni inevitabilmente infarciti di
diplomazia, retorica e magari demagogia, ha fatto spicco (secondo me) quello
della presidentessa Argentina, Cristina Fernández. Un discorso ben equilibrato
tra le componenti politiche, diplomatiche, pragmatiche e anche...sentimentali.
La signora Fernández ha dato due suggerimenti: il primo di eliminare il più
possibile la burocrazie nei rapporti all'interno della CELAC, magari istituendo
in ogni Stato un organismo che mantenga i rapporti all'interno
dell'organizzazione senza dover dipendere da interventi di altri settori delle
amministrazioni. Questo, anche se può sembrare un controsenso, secondo le
intenzioni della presidentessa, snellirebbe molto i lavori. Il secondo
suggerimento è di cercare in ogni modo di dare impulso alle industrie della
regione per fare in modo che le enormi ricchezze in materia prima esistenti in
Sud America (specialmente) e nei Caraibi o Messico, acquisiscano un valore
aggiunto che oggi non hanno e che va a beneficio dei Paesi industrializzati che
le sfruttano a costi irrisori. Così facendo, diceva la s.ra Fernández si
creerebbero anche nuovi posti di lavoro, specialmente per le fasce d'eta
comprese tra i 18 e 24 anni, in particolare per le donne.
Oggi il secondo intervento dei presidenti che non hanno
parlato ieri e la chiusura col passaggio della presidenza, pro-tempore,
dell'Organizzazione al Costa Rica.
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