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martedì 13 gennaio 2015

A Cuba arriva la connessione Wi-Fi, ma per ora è solo un lusso per ricchi: costa 4, 50 dollari all’ora

  da La Stampa

Del sistema si occuperà la compagnia statale Etecsa. La prima città ad essere testata sarà Santiago de Cuba. I giovani hanno già aggirato il problema dei costi e utilizzando da anni un data sharing con il quale scaricano in differita ciò che il resto del mondo vede in diretta

12/01/2015
PAOLO MANZO

Entro fine mese farà il suo debutto a Cuba il wi-fi. L’annuncio è stato fatto direttamente sul sito dell’Unione dei Giornalisti dell’isola caraibica che cita come fonte Etecsa, la compagnia telefonica statale cubana di cui, sino al 2011, Telecom Italia deteneva il 27% della proprietà. La prima città ad essere testata con questa tecnologia di connessione ad Internet che da oltre un decennio è la norma nelle principali città del mondo sarà Santiago de Cuba dove, intorno al centrale parco Ferreiro, Etecsa sta installando una postazione per diffondere il nuovo servizio. Entro fine mese, dunque, tutte le persone che si troveranno a Santiago de Cuba e che hanno un tablet, un cellulare od un pc portatile potranno così scaricare contenuti da Internet alla velocità di un megabyte al secondo. Unico problema per i cubani, il cui salario medio si aggira attorno ai 20-30 dollari, è che per connettersi al wi-fi il costo è stato fissato a 4,50 dollari l’ora. Insomma questa rivoluzione tecnologica, per ora, interesserà soprattutto i turisti stranieri.

Sul finire del 2014 Etecsa aveva preannunciato che il 2015 sarebbe stato l’anno di Internet, con il “potenziamento dei 154 centri web già esistenti”, l’allargamento sino ad almeno 5 volte della “banda”, “la creazione di decine di nuovi locali connessi” e la nascita di piazze, vie ed altre aree pubbliche dotate di wi-fi. L’esperimento di Santiago de Cuba conferma quanto dichiarato due settimane fa da alcuni funzionari di Etecsa a Juventud Rebelde, uno dei due quotidiani ufficiali della revolución assieme a Granma. 
Resta da vedere come e quando perché il problema per connettere Cuba al Web è soprattutto di tipo tecnologico e ci vorranno centinaia di milioni se non miliardi di euro/dollari di investimenti. Lo dimostra la Cina che, pur non essendo una democrazia, ha Internet praticamente ovunque nelle più importanti città del paese. 

Uno dei principali motivi dell’arretratezza di Cuba dove, secondo le statistiche, il 95% della popolazione non ha Internet a casa, è che ad oggi esiste solo un cavo in fibra ottica che la collega al Venezuela, per di più vecchiotto e con una capacità limitata. Inoltre la maggior parte del 5% degli internauti cubani fa affidamento su connessioni dial-up, con modem che si appoggiano ancora su normali linee telefoniche. 

I giovani cubani sono i più ansiosi perché la promessa rivoluzione di Internet arrivi sul serio, anche se hanno trovato da tempo il modo di aggirare il deficit tecnologico. Se infatti per loro è impossibile pagare i 4,5 dollari l’ora delle connessioni autorizzate, compreso il wi-fi annunciato ora per fine gennaio, da tempo molti di loro usano l’Internet “offline”. Di che si tratta? Di un sistema semi-legale dove i giovani scaricano da una connessione rapida terabyte di film, commedie, giornali, software, applicazioni, anti-virus per poi rivenderli a costi minimi agli altri. Lo chiamano Paquete Semanal ed è il “data sharing” che oggi permette ai cubani di scaricare su tablet, telefonini e pc con una differita di poche ore o giorni le informazioni del resto del mondo

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