Copertina dell'ultimo numero di 'La Hora de Cuba'
29 Agosto 2015
La maggior parte delle riviste indipendenti cubane non
arriva nemmeno al proprio secondo numero. Le difficoltà di stampa, le pressioni
istituzionali e la progressiva scomparsa degli editori hanno messo fine a
decine di pubblicazioni nate dalla società civile negli ultimi decenni. Non
sembra essere il caso di La Hora
de Cuba, che ce l’ha fatta a scampare alla maledizione di un numero unico e questo
agosto presenta quella che, sommata al numero della fondazione di fine anno
scorso, sarà la sua terza uscita.
Ciononostante, non è la costanza la qualità che più spicca
nella rivista diretta da Henry Constantin e che ha come assistente di redazione
Inalkis Rodríguez. Il suo punto di forza sta nell’essere fatta da un gruppo di
giovani irrequieti, talentuosi e che malgrado l’abulia culturale che sempre più
va dominando la maggiore delle province cubane, sono riusciti a ritagliarsi uno
spazio per la scrittura, la riflessione e il confronto. La Hora de Cuba mantiene questo
tocco di ritrovo tra amici, di circolo letterario messo per iscritto o di un
caffè preso attorno a un tavolo in cui c’è chi legge poesie, saggi e articoli.
In questo numero spicca un testo sulla Cultura della
violenza firmato da Sol García Basulto e che analizza i meccanismi
dell’aggressività e dell’intolleranza che con tanta facilità si attivano nel
cubano di oggi. Un avvicinamento alle grida, alle percosse e agli insulti con
cui conviviamo quotidianamente e che sono diventati parte integrante e
intrinseca della nostra realtà. La trasmissione all’interno della famiglia di
questi comportamenti violenti è una delle preoccupazioni dell’autrice che
spazia tra gli studi sociologici e il lavoro informativo.
Non poteva mancare in questa rivista pensata e fatta da
giovani del XXI secolo un articolo sull’impatto che sta avendo l’apertura di 35
punti di navigazione WiFi
Non poteva mancare in questa rivista pensata e fatta da
giovani del XXI secolo un articolo sull’impatto che sta avendo l’apertura di 35
punti di navigazione WiFi lungo tutta l’isola. Anziché imporre un criterio
editoriale, la pubblicazione indaga, cerca risposte, conferme e critiche tra
coloro che usufruiscono del nuovo servizio. Uno sguardo da Camagüey, dove la
città è andata trasformandosi con il segnale wireless e l’ansia dei residenti
di affacciarsi alla grande rete mondiale.
Molto degna di nota l’intervista con Yuliet Cruz, la
versatile attrice reduce di una stagione di grande successo con la sua
partecipazione all’opera teatrale Mecánica. Questo volto che abbiamo visto
trasformarsi in contadina di monte adentro, affermata imprenditrice che pensa
solo al denaro, lesbica disposta a difendere la relazione con la compagna del suo
stesso sesso e un’infinita quantità di eccellenti interpretazioni, oggi, in
questo dialogo con Henry Constantin, si mostra a noi come la donna che sta
dietro ai personaggi e demolisce i suoi limiti e le sue aspirazioni sulle scene
cubane, il piccolo schermo, il cinema.
Rafael Almanza da parte sua, provoca a partire da una
riflessione intitolata Un mercenario fabulosamente útil, mentre di lettura
obbligata risulta Una ofrenda para Tarkovski, firmato da Susana Vázquez Vidal.
El bosque en los bolsillos conferma Inalkis Rodríguez una cronista della
natura, che gioisce accanto le meraviglie della flora e della fauna cubana, ma
che soffre per i danneggiamenti ad alberi e fiumi, la contaminazione e il
maltrattamento degli animali.
Dopo aver assaporato questo secondo numero de La Hora de Cuba resterà il
desiderio che i suoi realizzatori continuino a rompere la maledizione di tante
riviste indipendenti che sono sopravvissute per troppo poco tempo.
Zunilda Mata
(da 14ymedio.com, 21 agosto 2015)
Traduzione di Silvia Bertoli
»» Vedi anche “Minutos y minutas de la Cuba de hoy”
(Zunilda Mata, in 14ymedio.com, 26/05/15, sui primi due
numeri della rivista)
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